lunedì 17 febbraio 2014

FARMACI ANTITUMORALI, AVVIATA L’ISTRUTTORIA CONTRO NOVARTIS E ITALFARMACO

Novartis Farma e Italfarmaco finiscono sotto la lente dell'Antitrust: ad attirare l'attenzione dell'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, una possibile intesa tra le due aziende definita, dagli investigatori, restrittiva della concorrenza nella fornitura di farmaci antitumorali.
Sotto la lente d'ingrandimento degli investigatori dell'Antitrust sono finite le gare d'appalto bandite in Emilia Romagna, Veneto e Lombardia tra il 2010 ed il 2013, che potrebbero aver comportato effetti negativi sul costo dei farmaci a carico del Sistema Sanitario nazionale.
Le ispezioni degli ispettori sono già in corso, ma per la fine del procedimento ci vuole tempo: l'indagine dovrebbe concludersi non oltre il 30 giugno 2015.
Tutto inizia con una segnalazione all'Autorità da parte dell'Agenzia Regionale Centrale Acquisti della Regione Lombardia, che ha competenza nel bandire gare d'appalto per l'acquisto di farmaci destinati alle ASL locali.
In particolare i sospetti dell'Agenzia Lombardia riguardavano le gare indette nel triennio 2010-2013 e riguardava i lotti relativi al principio attivooctreotide acetato (Sandostatina, Longastatina), nei dosaggi da 10, 20, 30 mg un farmaco usato per il trattamento dell’acromegalia e per i rari tumori di origine neuroendocrina.
L'Antitrust ha avviato le indagini sulle gare bandite in Lombardia, ma ha esteso le indagini anche alle stazioni appaltate di Emilia Romagna e Veneto. Sono emersi alcuni dati giudicati degni di attenzione:

1.       mancata partecipazione autonoma alle gare
2.       tentativi successivi di partecipare alle stesse gare in gruppo
3.       offerta di prezzi uguali

Per gli inquirenti questi comportamenti potrebbero far pensare a una strategia comune, per evitare di farsi concorrenza e massimizzare i relativi profitti, ripartendosi le stazioni appaltanti.
Quando infatti una gara va deserta, gli enti possono stipulare contratti direttamente con le imprese fornitrici, che, in questo caso, vendono il prodotto a prezzo pieno, senza gli sconti tipici presenti nelle gare.

Dovete sapere che il gruppo farmaceutico Roche e la società americana Chiasma hanno firmato un accordo per creare e vendere la nuova formulazione di un vecchio farmaco. Non più solo iniettabile, come lo si trova ora, ma per bocca.
Di che medicina si tratta? Sempre della stessa, dell’octreotide, analogo sintetico della somatostatina.
Sì, proprio quella prevista nel Metodo Di Bella (per le sue proprietà antiangiogenetiche e anti proliferative), quella che porta alle stelle i costi della cura.


Oggi la fiala di somatostatina da tre milligrammi giornalieri costa 18 euro, la si inietta tramite siringa temporizzata in un arco di tempo che va dalle 8 alle 10 ore (per il fatto che il principio attivo vive nel sangue solo pochi minuti e l’infusione continua ne garantisce un livello costante).
Ma l’octreotide esiste anche sottoforma di fiala a lento rilascio (LAR), se ne fa una sola e si è coperti per 30 giorni (costa 1.700 euro).
Oggi due grandi aziende farmaceutiche hanno deciso di mettere sul mercato una semplice compressa per ovviare agli inconvenienti di siringhe e fiale. Attraverso l’accordo con Chiasma, Roche ha rilevato i diritti mondiali per il farmaco.
L’accordo comprende il versamento di un acconto di 65 milioni di dollari e il pagamento di una quota sulle vendite future del medicinale. Per lo sviluppo e la commercializzazione della nuova somatostatina Roche investirà fino a 530 milioni di dollari.
Genentech, società che fa parte del gruppo Roche, venderà il farmaco negli Stati Uniti dopo l’approvazione dell’Fda.

“Se approvato, spiega Hal Barron, Global Head of Product Development di Roche, il farmaco potrebbe essere un’alternativa importante per i pazienti con acromegalia che, per ora, dispongono solo della formulazione iniettabile”.
L’acromegalia è una malattia rara, ma invalidante e ad andamento progressivo, causata da un'ipersecrezione di ormone della crescita (GH) durante l'età adulta. Questa malattia provoca alterazioni facciali e multi-organo che compromettono la qualità e l’aspettativa di vita del paziente. Nella stragrande maggioranza dei casi, responsabile di questa sovrapproduzione ormonale è un adenoma ipofisario.
I tumori neuroendocrini (NET) sono un gruppo eterogeneo di tumori rari. Colpiscono le cellule del sistema neuroendocrino diffuso, specializzate nella produzione di ormoni e di neuropeptidi specifici, la cui iperproduzione può rendersi responsabile di sindromi cliniche caratteristiche.
Queste neoplasie sono caratterizzate da un’elevata espressione dei recettori per la somatostatina sulla superficie cellulare e possono insorgere in vari distretti anatomici. I NET prendono il nome dal tipo di cellule da cui si sono sviluppati e non dal sito in cui è localizzato il tumore; le cellule da cui originano sono diffuse in molti organi e ne regolano la funzione in risposta a stimoli specifici. Circa il 60-70% dei NET si presenta a livello del tratto gastro-entero-pancreatico (rispettivamente stomaco, intestino e pancreas) mentre più raramente sono interessati bronchi, polmoni e timo.

Ma l’aspetto che per noi fa notizia e che merita più di una riflessione è un altro.
Come mai si investe tutto questo denaro per un farmaco che sulla carta è utile solo “per il trattamento dell’acromegalia” e per i rari “tumori di origine neuroendocrina”? Secondo le statistiche dell’istituto europeo di Oncologia (Ieo) l’incidenza dei tumori di questo tipo è di 2-3 nuovi casi l’anno ogni centomila abitanti. Un po’ pochino per giustificare queste somme.

“Le richieste di somatostatina e analoghi sono consistenti, per questo le case farmaceutiche sono interessate a mettere a punto una formulazione più semplice da utilizzare. Se si ricorresse al farmaco solo per le malattie indicate nei foglietti illustrativi, non avrebbe senso nè la ricerca di una nuova formulazione nè il dispendio di denaro – riflette Giuseppe Di Bella – Del resto sono numerosi gli studi (già a partire dagli anni Novanta) che provano quello noi sosteniamo da anni e cioè che recettori della somatostatina sono presenti anche nei tumori non neuroendocrini”.

[Somatostatin analog (octreotide) in clinical use: current and potential indications].

Schweiz Med Wochenschr. 1992 Jun 20;122(25):957-68.

SVEGLIA GENTE!!!!

Ci chiediamo: perché la MDB è tutt’ora così affannosamente ostacolata? Domanda da un milione di dollari…

Di accordi “segreti”, The cancer ne aveva già parlato alcuni giorni fa a proposito di un altro farmaco QUI:
Big Pharma: il patto segreto tra le “rivali” Roche e Novartis che costa 600 milioni di euro in più agli italiani
La Novartis è presente da anni nel capitale azionario della Roche , attualmente detiene il 33,3% delle azioni al portatore che rappresentano il 6,3% del capitale totale di Roche, un valore intorno ai 15 miliardi di dollari e corrono voci di possibili fusioni fra le due aziende (…)

FONTI:     

il sole24ore 7 febbraio 2014
                      
La Roche investe mezzo miliardo in somatostatina
Col senno di poi, il blog di Gioia Locati
26 febbraio 2013

Tumori neuroendocrini e acromegalia, accordo Roche-Chiasma per octreotide orale

Fidarsi di Big Pharma?
Le Scienze n. 534 di febbraio 2013 (vedi foto)


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The cancer
Di admin P. M.
Lunedi 17 febbraio 2014

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