All’inizio fu il passaparola. Poi ci furono i manuali di automedicazione e le riviste del settore. Ora tocca a internet venire incontro alle esigenzeinformative dei pazienti.
Come si legge in uno studio pubblicato dal Journal of the American Medical Informatics, alcuni ricercatori di Stanford e della Microsoft hanno scoperto che i motori di ricerca on line sono migliori delle reti di sorveglianza per scovare gli effetti collaterali dei farmaci.
Web-scale pharmacovigilance: listening to signals from the crowd
J Am Med Inform Assoc 2013;20:404-408 doi:10.1136/amiajnl-2012-001482
Per arrivare a questa conclusione, agli studiosi della famosa università e di uno dei Big dell’elettronica, è bastato analizzare l'attività di più di 6 milioni di utenti della rete trovando un effetto sconosciuto dovuto all'uso contemporaneo di due farmaci.
Dopo aver analizzato 83 milioni di ricerche sui principali motori i ricercatori, gli studiosi hanno estratto quelle sul farmaco paroxetina, unantidepressivo SSRI, quelle sull'anticolesterolo pravastatina e quelle su entrambi i farmaci.
Il passo successivo è stato calcolare la probabilità che gli utenti che avevano fatto queste ricerche avessero cercato anche uno di 80 sintomi selezionati.
Il risultato e' stato che gli utenti che avevano fatto ricerche su entrambi i farmaci avevano il doppio della probabilità di aver cercato anche parole associate all'ipoglicemia rispetto a chi aveva fatto ricerche su uno solo.
Scrivono infatti gli autori: “Ascoltare questo tipo di segnali può dare grandi vantaggi per la salute pubblica. Infatti in questo modo si possono fare ricerche ancora migliori semplicemente utilizzando i dati dei social network, anche se in questo caso c'è il problema di tutelare la privacy".
Va da sé che in questa maniera anche il Big Pharma come i sanitari potranno avere maggiori informazioni per tutelare meglio il cliente. :/
Notizia riportata su:
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The cancer
di admin P.M.
lunedì 17 febbraio 2014
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