martedì 28 gennaio 2014

UN ALTRO COLPO BASSO DI BIG PHARMA!

Omega-3: utili come farmaci, inutili se assunti con cibo

Gli Omega-3 possono prevenire le malattie cardiovascolari come infarto od ictus. Tuttavia, sono inutili se aggiunti al cibo ma efficaci se assunti con farmaci come pillole o gel.

E' la tesi di una ricerca dell'Università di Waningen, diretta dal professor Daan Kromhout, pubblicata sul "New England Journal of Medicine" e presentata al Congresso Europeo di Cardiologia a Stoccolma.
Il professore e la sua squadra hanno lavorato con 5.000 volontari, tutti tra i 60 e gli 80 anni, dividendoli in due gruppi.
Il primo gruppo ha consumato una dose di margarina con l'aggiunta di omega-3, mentre il secondo gruppo si è limitato al consumo della sola margarina.
I soggetti di entrambi i gruppi hanno consumato in totale circa 18 grammi di margarina al giorno. Durante il periodo di esame, 671 pazienti (13,9% del totale) sono stati colpiti da infarto, arteriotrombosi od altra malattia, indipendentemente dall'aggiunta di omega-3 al cibo.
Gli scienziati ritengono così che gli omega-3 aggiunti al cibo siano inutili; al contrario, si ottiene un effetto protettivo o usando nel cibo dosi di omega-3 molto elevate o assumendo omega 3 sotto forma di farmaci
Daan Kromhout, Erik J. Giltay, and Johanna M. Geleijnse for the Alpha Omega Trial Group,"n-3 Fatty Acids and Cardiovascular Events after Myocardial Infarction. A meta-analysis of", New Engfland Journal of Medicine, August 29 2010, (10.1056/NEJMoa1003603)
In ogni caso, la buona difesa contro le malattie cardiovascolari parte dalla prevenzione. E' fondamentale tenere sotto controllo i principali fattori di rischio: eliminare il fumo, non assumere alcool o droghe, ridurre il sovrappeso, tenere sotto controllo pressione, colesterolo e trigliceridi.

I benefici degl omega3

http://www.omegor.com/benefici-omega-3


Diversi giornali e siti internet hanno rilanciato tempo fa uno studio pubblicato il 9 maggio scorso (2013) sul New England Journal of Medicine, secondo cui gli omega 3 non produrrebbero i benefici attesi nelle persone a rischio cardiovascolare.
(RPSC Group et al, N Engl J Med. 2013 May 9;368(19):1800-8. doi: 10.1056/NEJMoa1205409).

Ma è davvero così? Chiariamo alcun punti:
Punto 1 - Intanto questo lavoro ha ben 1022 (milleventidue, non è un errore di stampa) autori.
Vuol dire che 1022 medici si sono messi d'accordo (ne avete mai visti due davvero d'accordo?) in brevissimo sui risultati di una ricerca. Possibile ma strano, al mondo d'oggi...
Punto 2 - Questo lavoro ha usato come placebo l'olio di oliva... Come se in un lavoro sulla attività fisica in cui volessimo capire gli effetti della corsa lenta nei prati usassimo come "placebo" lo sci di fondo in mezzo alle montagne. Gli autori cioè hanno confrontato l'azione di una sostanza attiva (oli di pesce) con un'altra che storicamente, almeno per noi Italiani, è considerata una delle più attive e protettive sulle malattie cardiache, l'olio di oliva.
Punto 3 - Questo lavoro ha usato come Omega 3 dei derivati sintetici degli Omega 3 (esteri polienoici) anziché gli Omega 3 naturali del pesce (da anni documentatamente ottimi) o i suoi precursori naturali come quelli presenti negli Omega 3 dell'Olio di Perilla.

In sostanza, questa "manovra" porterà a breve all'immissione in commercio di altri farmaci chimici analoghi delle statine o di nuova produzione che porteranno come giustificazione che la sana alimentazione (pesce, olio di oliva, omega 3 naturali, come il salmone o le noci ecc., frutta e verdura) non sia sufficiente a migliorare le patologie cardiovascolari.

E qualcuno…come già accaduto più volte, cercherà di bloccare la preparazione del minestrone della nonna perché potrebbe fare bene in modo naturale, oppure inibendo le tisane di finocchio e camomilla che non rispondono a criteri farmacologici. 

The cancer ne aveva già parlato a proposito della melatonina, rimedio naturale fatto diventare farmaco QUI:

Tutto questo ci riporta un po’ al 1600, quando il Cremonini (oppositore della concezione copernicana dell'Universo) si rifiutava di guardare nel cannocchiale di Galileo per evitare di avere la conferma di una tesi diversa…

 

*******************

 

FONTI E APPROFONDIMENTI:

 

Che cosa sono gli Acidi grassi omega-3 ed omega-6

 

I benefici degl omega3

http://www.omegor.com/benefici-omega-3

 

Salute: sfatato il mito degli omega 3

Prevengono infarti e ictus soltanto se assunti con i farmaci

 

Omega 3, post-infarto e NOTA 13: facciamo il punto.

                
Studio GISSI prevenzione 1999
(Dietary supplementation with n-3 polyunsaturated fatty acids and vitamin E after myocardial infarction: results of the GISSI-Prevenzione trial. Lancet1 1999 Aug 7;354(9177):447-55.)
results of the GISSI-Prevenzione trial. Gruppo Italiano per lo Studio della Sopravvivenza nell’Infarto miocardio Lancet1 1999 Aug 7;354(9177):447-55.)

Lo studio GISSI Prevenzione del 1999 stabiliva la validità degli OMEGA 3 nel prevenire la morte improvvisa post infarto e quindi gli Omega 3-PUFA venivano rimborsati dal SSN in alcuni casi previsti dalla NOTA 13 in ricetta (per esempio alla persone infartuate).
La nota è stata recentemente ristrutturata, in quanto il Consiglio di Stato, con sentenza depositata il 25/05/2013 accoglie il ricorso dell'AIFA contro la sentenza del TAR del Lazio e ricolloca i farmaci PUFA-OMEGA 3 in Classe C (non a carico del SSN).
La Commissione Consultiva Tecnico Scientifica (CCTS) dell’AIFA ha disposto quindi l’esclusione degli OMEGA 3 dalla rimborsabilità da parte del SSN quando usati per la prevenzione secondaria del paziente con pregresso infarto del miocardio (…..)

C’è da aggiungere ancora qualcosa???

*******************


ECCO UN ALTRO ARTICOLO CHE CITA LA “DANNOSITA” DEGLI OMEGA3. LO SCOPO E’ SEMPRE LO STESSO…

*******************


INFARTO - OMEGA 3-6 RIDUCONO RISCHIO FINO ALL’85 % . STUDIO ITALIANO.
Omega-6 and omega-3 polyunsaturated fatty acid levels are reduced in whole blood of Italian patients with a recent myocardial infarction: the AGE-IM study
Vidimura scienze 28 gennaio 2014

Le principali classi di acidi grassi polinsaturi (sia gli omega-3 ma anche gli omega-6) sono associate a una significativa riduzione del rischio coronarico; cadrebbe così ...l’ipotesi che l’apporto corretto di questi acidi grassi debba essere calcolato con l'obiettivo di tenere il più basso possibile il rapporto omega-6/omega-3. È questo il risultato principale dello studio Age-IM (Acidi grassi essenziali e Infarto Miocardico), condotto da NFI (Nutrition Foundation of Italy) con il supporto di 5 unità di Terapia intensiva coronarica distribuite nel territorio nazionale (Bologna, Cremona, Ancona, Napoli, Palermo), e in pubblicazione a febbraio su Atherosclerosis.
Grazie a una tecnica messa a punto a Milano, «abbiamo misurato la concentrazione degli acidi grassi essenziali direttamente sul sangue intero» spiega Franca Marangoni, di NFI, primo autore dell'articolo. «Ciò ha permesso una determinazione precisa della loro quantità, che riflettesse in modo accurato sia l’apporto alimentare sia la capacità individuale di metabolizzare tali sostanze.
Una precisione ben difficilmente ottenibile con gli studi basati solo sulla raccolta di informazioni alimentari dai pazienti». Tali misurazioni sono state eseguite in uno studio caso-controllo, su 100 soggetti giovani, al primo infarto, non ipercolesterolemici né con pregresso trattamento con statine, e su 100 controlli. «Combinando i dati di casi e controlli» prosegue Andrea Poli, coordinatore del progetto «è emerso che i livelli ematici più elevati di omega-6 (come l’acido linoleico) e omega-3 (soprattutto l’acido alfa-linolenico) si associano a una drastica riduzione della probabilità di subire un infarto: rispettivamente -85% e -65%». Ricadute principali?
«Bisogna probabilmente rivalutare, in prevenzione cardiovascolare sia primaria che secondaria, un adeguato apporto di alimenti ricchi sia di omega-6 (oli di semi e frutta secca) sia di omega-3 (noci, verdura in foglia, pesci)» risponde Poli.
«Occorre sottolineare che il consumo di polinsaturi totali in Italia è storicamente basso, intorno al 4% delle calorie totali introdotte, contro il 6-10% delle raccomandazioni internazionali, e i dati di Age-IM confermebbero questa carenza».

*******************

 

L’analisi del dr. Attilio Speciani scioglie più di un nodo, spingendo a leggere oltre le modalità, a volte fuorvianti, con cui certe notizie vengono divulgate.

 

*******************

The cancer

di admin P.M.

martedi 28 gennaio 2014

Nessun commento:

Posta un commento