domenica 9 marzo 2014

ASSUNZIONI, TABLET, POSATE D’ORO… COSI’ SI MUOVE LA LOBBY DEI FARMACI

Roche-Novartis, parla un ex del settore: “E’ così in tutto il mondo...”

Un po’ di prebende ai politici, magari facendo stampare strenne natalizie alla moglie del senatore o assumendo l’avvenente segretaria del presidente di commissione. I «distaccati» pagati dall’industria ma in servizio presso sindacati o all’ente ministeriale che governa i farmaci.

Le «porte girevoli» che fanno transitare alti funzionari pubblici dalle Agenzie alle imprese o viceversa. Tutto senza trascurare i dottori, che alla fine decidono gloria o miseria di un farmaco.

«Io non nascondo la verità: la filtro», diceva Ni-ck Naylor, il lobbista protagonista del film «Tank you for smoking».
Il giorno dopo la maximulta al cartello Novartis-Roche  ( http://www.repubblica.it/economia/2014/03/05/news/roche_novartis-80237361/ )  abbiamo incontrato il "mister Nick" del farmaco, uno che il lobbying farmaceutico l'ha vissuto sin dai suoi albori, quando i vecchi big della pillola non facevano nemmeno anticamera dai ministri.
Il farma-lobbing e la politica «All'inizio era il co-marketing», spiega il nostro mister Nick. «Le multinazionali si appoggiavano ai padri padrone delle grandi industrie nazionali, facevano commercializzare i loro prodotti e in cambio vedevano aprirsi le porte del paradiso della politica che conta, come lo studio del divino Giulio, che aveva Andreotti senior a capo della Bristol farmaceutici».
Poi gli americani e gli altri hanno imparato a fare da soli, «ma le parole magiche sono rimaste le stesse: sponsorizzare, assumere». La nostra gola profonda di episodi coloriti ne ricorda parecchi. «Come una delle più grandi industrie italiane che ogni anno regala costosi libri strenna stampati, guarda un po' dalla moglie di un senatore ex An».
Lo stesso che alle 2 di notte nel 2012 fece entrare nella legge di stabilità una norma che, a detta dell'allora ministro Balduzzi, avrebbe messo in pericolo la salute pubblica, abrogando di fatto i controlli sui farmaci emoderivati della Keidron, provenienti da Stati Uniti e Canada, paesi nei quali il sangue si può vendereAlla base il conflitto di interessi di un senatore, Andrea Marcucci del Pd.

Cosa prevede questa norma? Semplicemente che sangue e prodotti emoderivati provenienti da Stati Uniti e Canada non avranno più bisogno dell’autorizzazione preventiva dell’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) per essere importati nel nostro Paese: il che vuol dire che queste preparazioni – componenti del sangue che vengono separati attraverso un sofisticato sistema di centrifugazione del sangue – possono arrivare liberamente da questi paesi col rischio che si incorre nel paradosso di rendere facile l’importazione di emoderivati da questi paesi dove il sangue si può vendere (e molti poveri lo fanno), mentre in Italia è vietato! L’ultimo regalo del governo Monti per un’azienda farmaceutica…

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E poi c'è l'assunzione premio. «Un presidente di Commissione non ha avuto difficoltà a far assumere da una multinazionale come dirigente la sua avvenente segretaria».

L'altra parola magica è «sponsorizzazione». «Quando c'è di mezzo un politico che ha voce in capitolo sulla sanità si finanzia di tutto, dal convegno in località esclusiva agli studi più astrusi».

Le Agenzie del farmaco
Qui va alla grande il «revolving door», il sistema di porte girevoli. Che però non funziona solo in Italia. Dall'Agenzia europea del farmaco, la potente Ema, nel 2012 è uscito il capo dell'ufficio legale, Vincenzo Salvatore, cha ha traslocato in un mega studio di 1700 avvocati come consulente «sulle procedure che regolano tutti gli aspetti dell'industria farmaceutica». Thomas Lonngren è stato per dieci anni direttore esecutivo dell'Ema, per passare poi alla Pharma Executive Consulting.

Anni fa la dirigente di Farmindustria, Antonella Cinque, transitò alla Salute come consulente del ministro per poi approdare alla presidenza dell'Agenzia nazionale del farmaco. Tutto questo mantenendo all'inizio persino l'aspettativa in Farmindustria. «Del resto - racconta il nostro lobbista - so di personale dipendente dall'associazione distaccato alla vecchia Commissione unica del farmaco. E la stessa pratica avviene nei sindacati, che hanno sempre firmato i contratti senza un'ora di sciopero».
Il pressing sui medici «Negli anni del lobbismo farmaceutico rampante, c'era una grande industria italiana che regalava una posata per volta ai medici che più prescrivevano i suoi prodotti». «Un servizio d'oro massiccio, che trasformava le mogli dei dottori nelle lobbiste numero uno», ricorda Mister Nick.
«Ma poi i tempi sono cambiati e si è passati a smartphone, tablet, anche se oggi la pressione sui medici di famiglia si è ridotta. Troppi controlli delle Asl».

«Ora - prosegue- si punta più sui primari perché la spesa farmaceutica si è spostata soprattutto nell'Ospedale».
E allora «via con sponsorizzazioni di convegni e ricerche». Magari quelle con dati manipolati per sbandierare vantaggi terapeutici inesistenti. Come il caso di una ricerca clinica sui farmaci anti asma, recentemente denunciato dalla prestigiosa rivista scientifica Lancet.

Il meccanismo
Se c'è un politico che ha voce in capitolo sulla sanità si finanzia di tutto, dai convegni in località esclusive a studi astrusi Con il sistema delle «porte girevoli» dirigenti di Farmindustria finiscono persino all'Agenzia nazionale del farmaco.
Le multinazionali riescono persino a far divulgare dati che sbandierano vantaggi terapeutici inesistenti

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FONTI:

Articolo tratto dall'edizione di La Stampa in edicola il giorno 07/03/2014
di Paola Russo

FIMMG - Federazione Italiana Medici di Famiglia sezione di Bari

22 dicembre 2012 - L’ultimo regalo del governo Monti: è per un’azienda farmaceutica


Repubblica.it 5 marzo 2014 - Maximulta Antitrust a Roche e Novartis: accordo per spartirsi mercato, con danno ai malati
The Cancer ne parlò qui:

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The Cancer
di admin P.M.
Domenica 9  marzo 2014

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